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Intervista pubblicata sul Magazine Expoart  e presentata ad Artegenova 2017

FILIPPO ​STANISCIA FRA PASSATO PRESENTE E FUTURO

Filippo Staniscia è un artista completo, nel senso più appropriato del termine.

La sua sensibilità artistica e la sua mente aperta a 360° custodiscono un’origine titanica e quasi atavica di cogliere la totalità in tutte le sue sfumature, per sezionarla, scrutarla, analizzarla e per riuscire infine a ricomporla, completata da ulteriori sfumature aggiunte. La sua creatività vive e si esprime continuamente su un piano tridimensionale, tenendo costantemente a mente il passato, il presente, insieme ad un’attenzione specifica rivolta al futuro. Questo processo è completamente spontaneo in lui e la medesima spontaneità caratterizza la sua ricerca di cogliere, di mostrare, di capire e di rielaborare.

 

Filippo Staniscia è un Creative Designer che vanta esperienze e competenze importanti.

Titolare dell’Agenzia Pubblicitaria Design Agency collabora e mette le sue competenze a disposizioni di notevoli realtà artistiche e professionali.

Oltre alle conoscenze e alle abilità nel campo della tecnologia, considerata e vissuta come una forma d’Arte moderna, Filippo porta avanti il discorso della espressione artistica classica, quale è la pittura appunto. Qui l’artista riesce a realizzare opere di grande complessità e originalità, riuscendo a mixare la più nobile classicità con la più recente modernità. Filippo Staniscia completa le sue opere, citando importanti artisti del passato, per riproporli sotto una luce attuale e contemporanea. Anche nell’utilizzo del colore, l’artista opera la medesima procedura di scomposizione e ricomposizione, creando girandole, geometrie e artefici di grande maestria cromatica.

 

Questo lavoro di costante frammentizzazione seguita da un’abile ricomposizione, corrisponde ad una incessante ricerca di identità e di completezza e questo rappresenta un’urgenza artistica da parte dell’artista che riesce ad essere contemporaneamente tanto classico quanto contemporaneo.

"La sua risulta essere un’incessante ricerca del punto, del momento e dello spazio di continuità all’interno di una vasta umanità, mettendo in secondo piano le distanze temporali ed epocali"

 

C’è in lui la tensione e la propensione a cogliere l’universalità come essenza di individualità e di appartenenza.  Universalità che Filippo contraddistingue attraverso l’uso del colore, dello spazio e della geometria rigorosa e matematica.

 

Inoltre la sua è una universalità che tende all’infinito per potere realizzare la propria identità e totalità e che di conseguenza sfocia nel misticismo e nella trascendenza emotiva e concettuale.

 

I consensi ottenuti sono la piena conferma delle sue qualità artistiche.

Ha infatti partecipato ad eventi internazionali quali Contemporary Art Exhibition “EGOS IV” presso la Royal Opera Arcade di Londra e International Art Exhibition “AmARTI in Barcelona” presso Ada Art Gallery.

A Roma ha partecipato all’evento Coloratissime 2012. Ad Asti ha esposto due opere nel Palazzo del Comune – Sala del Consiglio – nell’ambito della rassegna Passepartout, in collaborazione con la Biblioteca Alfieriana. Inoltre molti altri sono stati i successi da lui conseguiti, oltre agli incontri importanti con autorevoli personaggi del mondo dell’Arte, quali il critico e storico dell’arte Gabriele Romeo con il quale ha fondato l’Associazione senza scopo di lucro Venice C’Art, al fine di promuovere l’arte e la cultura nella Città di Venezia, dove continua ad esporre le proprie opere digitali.

 

Ha poi partecipato nel mese di giugno 2014 alla Mostra Italia – U.S.A.: scambi d’arte, presso il MIIT Museo Internazionale Italia Arte a Torino, che ha dato vita alla ricca collaborazione e allo scambio tra il Museo torinese con lo Zhou Brothers Art Center Foundation e la 33Contemporary Gallery di Chicago.

 

Importanti sono stati anche gli incontri con Vittorio Sgarbi e la fondazione Mimmo Rotella

 

 

Ciao Filippo, ringraziandoti per la tua disponibilità, ti chiedo se per te il ruolo dell’Arte sia più salvifico o più consolatorio, vale a dire se il ruolo dell’Arte attualmente, nella nostra società, sia più centrale o marginale.

«Io da sempre penso che l’Arte abbia un ruolo centrale nella storia dell’uomo e che possa contribuire ad una evoluzione spirituale e che riesca a cambiarne la coscienza sempre più complessa e frammentata».

 

 

Ora io chiedo a te, come convivono all’interno della tua creatività le tue due anime, quella tecnologica e quella pittorica?

«Nel mondo della comunicazione di massa e del villaggio globale penso che l’Arte digitale possa rappresentare al meglio la società moderna legata in maniera indissolubile alla rivoluzione dell’informatica e di internet. Attraverso il computer le mie sensazioni ed emozioni diventano forma, colore, materia e concorrono a tradurre in rappresentazione visiva, la mia percezione di infinito e dell’inesorabile scorrere del tempo che tutto trasforma e crea».

 

Al giorno d’oggi chi apporta maggiore contributo all’evoluzione artistica? I file del computer oppure i colori e i pennelli?

«Non credo che ci siano distinzioni, l’Arte è un linguaggio universale con una vita propria che si esprime nei modi più incredibili. Sono però convinto che il computer sia il mezzo espressivo più adatto all’uomo contemporaneo, così come

i pennelli lo sono stati fino ad ora».

 

L’artista moderno, recuperando elementi dagli artisti del passato, secondo te, compie una evoluzione artistica oppure una involuzione?  O meglio: è un’operazione complessa interagire con il passato oppure no. Mi chiedo per esempio, ragionando per opposto, se certi artisti classici del passato sarebbero stati in grado di interagire con le opere del futuro.

«La mia è un’intuizione avuta qualche anno fa, quella di far rivivere nell’era contemporanea le icone dell’Arte e dello spettacolo e farle dialogare con epoche e movimenti artistici con cui non si sarebbero mai potuti confrontare. Esclusivamente grazie al mezzo digitale l’opera d’arte annulla i limiti del tempo e dello spazio, per ricreare una nuova dimensione, resa ancora più potente dal peso iconografico dei personaggi rappresentati. In tal modo riesco ad esprimere il desiderio di assoluto che è presente in ogni essere umano e che coincide con il mio senso religioso della vita».

 

Che cosa, secondo il tuo parere, può rendere Grande un artista moderno?

«Penso che la grandezza di un artista si possa misurare dall’immortalità delle sue opere. E che solamente il tempo sia in grado di decretarlo. Sono anche assolutamente convinto, come mi ha insegnato il maestro Giorgio Celiberti, che solo una dedizione totale della persona all’Arte possa portare nel tempo a risultati di rilievo».

 

Quali sono, secondo il tuo parere, gli aspetti comuni e condivisibili fra un artista del passato e un artista contemporaneo.

«Penso che l’Arte non abbia tempo e confini. Anche se cambiano i mezzi di comunicazione, la funzione di un artista è quella di portare la bellezza nel cuore dell’uomo».

 

Infine concludo, rivolgendoti un’ultima domanda: se per qualunque motivo ti fosse precluso l’accesso al mondo della telematica, tu come artista, ti sentiresti in grado di esprimerti ugualmente oppure ti sentiresti privato di un mezzo e di un luogo di primaria importanza?

«Tutta la mia storia artistica e professionale è legata al mondo digitale. Sono nato come Creative Designer e lavoro in questo campo da oltre 30 anni con grande passione. Sono convinto che non riuscirei ad esprimermi con la stessa intensità senza l’uso del mezzo digitale che per me è quello più naturale come per un pittore tradizionale il pennello».

Intervista di Rosetta Savelli, Critico.

Castrocaro Terme

 

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